FAO, IFAD e WFP hanno pubblicato il rapporto “The State of Food Insecurity in the World 2015”, il quale evidenza che il numero totale di persone che soffrono la fame è diminuito ma la fame cronica continua a persistere in quelle aree che soffrono crisi prolungate causate da conflitti e disastri.
Considerato il forte impegno in ambito di sicurezza e sovranità alimentare, dimostrato a titolo esemplificativo nella promozione della Campagna nazionale “Una sola famiglia umana, cibo per tutti: è compito nostro”, FOCSIV segnala il rapporto “The State of Food Insecurity in the World 2015” frutto della collaborazione tra Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura delle Nazioni Unite (FAO), Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (IFAD) eProgramma alimentare mondiale (WFP). Diverse le tematiche analizzate: la crescita economica e i progressi fatti verso gli obiettivi di sicurezza alimentare e nutrizione, il contributo dell’agricoltura familiare e dell’agricoltura su piccola scala per la sicurezza alimentare e la nutrizione, il legame tra commercio internazionale e sicurezza alimentare, l’ importanza della protezione sociale e gli impatti delle crisi prolungate.
Il rapporto rileva che il numero totale di persone che soffrono la fame è sceso a 795 milioni, 100 milioni in meno rispetto al 2012 e 216 milioni in meno rispetto al 1990. Esso mostra che 72 dei 129 paesi monitorati dalla FAO hanno raggiunto uno degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio relativo al dimezzamento della percentuale di persone sottonutrie entro il 2015.
La pubblicazione tuttavia mette in luce anche notevoli differenze tra le regioni, sottolineando come diversi Paesi non siano riusciti a raggiungere gli Obiettivi avendo subito catastrofi di origine naturale o antropica, situazioni di instabilità politica e alcuni Paesi hanno registrato crescita economica senza alcun beneficio per la popolazione più povera, riflettendo la mancanza di politiche di protezione sociale efficace e di ridistribuzione del reddito.
Relativamente all’agricoltura su piccola scala, gli autori sottolineano come i piccoli agricoltori abbiano aumentato la produttività della terra e del lavoro attraverso l‘adozione di pratiche agricole sostenibili. Inoltre essi chiedono fortemente che vengano intraprese azioni a livello globale e regionale che prendano in considerazione l’esposizione dei Paesi a catastrofi di origine naturale e antropica, soprattutto nei piccoli Paesi insulari in via di sviluppo.