Prosegue il conto alla rovescia verso settembre 2015, quando all’Assemblea dell’Onu, a New York, si analizzeranno i risultati conseguiti nella lotta alla fame e alla povertà, si discuteranno i piani e gli obiettivi futuri, nonché gli impegni che la comunità internazionale vorrà assumersi per raggiungerli.
Un appuntamento fondamentale sia per chi si occupa di diritto al cibo, di problemi legati alla condizione umana e ai fenomeni di coesione sociale, sia per chi segue le vicende geopolitiche internazionali, i contesti di violenza e di conflittualità armata (vedi il documento base della Campagna), legati a doppio filo a quelli di impoverimento e di indigenza.
Per ognuno dei dieci mesi che ci separano dall’evento, proponiamo:
– una riflessione sui vari aspetti della nostra Campagna; – un’azione che renda visibile per tutti la riflessione sul tema, che sia segno di impegno concreto; – un’icona biblica collegata alla riflessione e all’azione, per radicare il nostro agire sulla Parola di Dio e nel contempo innalzarlo in una forma di preghiera.
Agosto 2015 (-2)
LA RIFLESSIONE
La costruzione della pace nell’incontro con l’altro. La forza della pace è la giustizia: si costruisce la pace quando ci diventa insopportabile l’ingiustizia, quando non si vuole avere solo per noi ciò che manca agli altri. La pace si realizza quando al proprio interesse si antepone il bene di tutti e si è capaci di sacrificare il tornaconto particolare. I conflitti in atto in così tanti luoghi del mondo riflettono al contrario l’ingiustizia alla base dei meccanismi economici internazionali di sfruttamento e spoliazione delle risorse dei Paesi impoveriti, come ad esempio il land grabbing (“accaparramento di terre”: l’acquisizione di vaste aree rurali da parte di multinazionali o governi di Paesi terzi senza il consenso delle popolazioni autoctone finalizzata all’insediamento di produzioni intensive di prodotti agricoli per l’esportazione o per la produzione di agrocarburanti). E’ proprio da questi conflitti e dalle loro drammatiche conseguenze che fugge gran parte della moltitudine di persone che dal continente africano e dal Medio Oriente, attraversando il Mediterraneo a rischio della propria vita, tentano di raggiungere l’Europa. Costruire la pace, qui, adesso, è prendere atto del dramma di queste persone, profughi e migranti, che chiedono il riconoscimento effettivo della propria dignità e del diritto ad esistere; è reagire di fronte a chi chiede di adottare strumenti militari e repressivi per affrontare quest’emergenza; è favorire l’accoglienza, il rispetto e la comprensione reciproca tra cittadini di diversi Paesi e nazionalità.
L’ AZIONE
Campagna per la difesa civile non armata e nonviolenta.
La costruzione della pace richiede impegno diretto, azioni concrete e una visione del mondo improntata al dialogo, alla convivenza e alla tolleranza. Su queste basi e con questa visione profeti e pionieri come Don Tonino Bello e Alexander Langer hanno saputo pensare e sperimentare modalità originali e nonviolente per entrare nei conflitti, prefigurando il modello e l’esperienza dei “corpi civili di pace”. E proprio nei prossimi mesi, grazie ad un provvedimento contenuto nella legge di stabilità del 2014, prenderà forma il primo contingente sperimentale di “corpi civili di pace” promosso dal Governo Italiano: 500 giovani volontari da impegnare in azioni di pace non governative nelle aree di conflitto o a rischio di conflitto o nelle aree di emergenza ambientale. E’ un passo concreto per la realizzazione di una difesa civile alternativa a quella militare, lo stesso obiettivo per il quale si sono mobilitate le molteplici reti ed associazioni promotrici della Campagna Un’altra difesa è possibile, che ha raccolto le firme necessarie (50.000) per la presentazione di una proposta di legge di iniziativa popolare per l’istituzione e il finanziamento di un Dipartimento per la difesa civile, non armata e nonviolenta. La proposta di legge intende dare piena attuazione agli articoli 11 e 52 della Costituzione (ripudio della guerra e difesa della patria affidata ai cittadini), attraverso l’adozione di strumenti di difesa della Costituzione e dei diritti di cittadinanza che in essa sono affermati e la promozione di modalità di intervento non armato per la risoluzione delle controversie internazionali. Gli elementi centrali della proposta legislativa sono i corpi civili di pace, la protezione civile, un Istituto di ricerca su pace e disarmo ed il servizio civile: strumenti per la difesa della Patria intesa come difesa dei diritti, della dignità, dell’ambiente, della pace. Il 22 maggio 2015 la proposta di legge è stata presentata alla Camera dei Deputati. Dopo questo primo traguardo è ora necessario l’impegno di tutti attraverso il monitoraggio del lavoro dei parlamentari eletti nelle proprie circoscrizioni perché l’iter parlamentare possa procedere senza inciampi e la proposta di legge possa essere esaminata.
Per maggiori informazioni: www.difesacivilenonviolenta.org
http://www.difesacivilenonviolenta.org/corpi-civili-di-pace-il-sogno-diventa-realta/
L’ICONA BIBLICA
Sono forse io il custode di mio fratello?
Dal Sacrario Militare di Redipuglia Papa Francesco ci esorta a prenderci cura dei nostri fratelli, tutti…
“Chi si prende cura del fratello”, ci dice, “entra nella gioia del Signore; chi invece non lo fa, chi con le sue omissioni dice: “a me che importa?”, rimane fuori.”
Da quel luogo, vicino a quel cimitero, Papa Francesco non ha esitazioni nel dire che la guerra è una follia: “mentre Dio porta avanti la sua creazione, e noi uomini siamo chiamati a collaborare alla sua opera, la guerra distrugge. Distrugge anche ciò che Dio ha creato di più bello: l’essere umano.
La guerra stravolge tutto, anche il legame tra i fratelli. La guerra è folle, il suo piano di sviluppo è la distruzione: volersi sviluppare mediante la distruzione!” E se “anche oggi le vittime sono tante, è perché dietro le quinte ci sono interessi, piani geopolitici, avidità di denaro e di potere, c’è l’industria delle armi… ci sono pianificatori del terrore, organizzatori dello scontro, imprenditori delle armi che hanno scritto nel cuore:
“A me che importa?”
E allora, “con cuore di figlio, di fratello, di padre”, Papa Francesco chiede a tutti noi e per tutti noi “la conversione del cuore: passare da “A me che importa?” al pianto.
Per tutti i caduti della “inutile strage”, per tutte le vittime della follia della guerra, in ogni tempo.”