Con la lettera che riportiamo, i pellegrini che hanno preso parte alla tratta italiana del pellegrinaggio “Una Terra, Una Famiglia Umana. In cammino verso Parigi” assieme allo staff FOCSIV che ha contribuito all’organizzazione dell’iniziativa, intendono augurare un Natale pieno di serenità e un anno nuovo in cui l’impegno comune nei confronti della giustizia climatica sia sempre più forte e condiviso.
Cari compagni/e di strada,
come sapete, noi pellegrini di “Una Terra, Una Famiglia Umana. In cammino verso Parigi” siamo arrivati a Parigi il 27 novembre, dopo aver percorso 1500 km allo scopo d’incontrare e conoscere persone e comunità per raccogliere istanze e buone pratiche da portare ai tavoli tematici di COP 21, e per diffondere la consapevolezza dell’urgenza di agire subito per fermare il cambiamento climatico.
Nel nostro lungo cammino è stato fondamentale essere accompagnati e sostenuti nelle difficoltà dal testo dell’enciclica Laudato Si’, di Papa Francesco. Documento che condividiamo profondamente, che ci unisce sebbene proveniamo da percorsi e sensibilità culturali differenti. Tutti assieme crediamo nella cura della casa comune attraverso l’adozione di nuovi stili di vita secondo l’ecologia integrale per la giustizia sociale e ambientale.
Gli ultimi giorni di pellegrinaggio sono stati molto impegnativi fisicamente, abbiamo fatto delle tappe forzate per essere a Parigi contemporaneamente con tutti gli altri pellegrinaggi che stavano convergendo in città da varie parti del mondo. Il 26 novembre abbiamo camminato per 58 km, è stato molto duro ma allo stesso tempo bello. Abbiamo dimostrato a noi stessi per primi, che assieme si possono affrontare sfide impensabili da soli, che la solidarietà e la condivisione danno forza, costruiscono legami e relazioni forti.
Arrivare a Parigi è stato emozionante e scioccante. Dopo settimane di cammino, durante il quale il ritmo del tempo era dato dai nostri passi, il rumore e la frenesia della città ci hanno un pochino frastornato, poi siamo stati risucchiati in un turbinio di attività inerenti a COP21.
Sabato mattina 28 novembre tutti noi pellegrini ci siamo ritrovati per una celebrazione ecumenica nella chiesa di Saint-Denis, e a seguire abbiamo incontrato Christiana Figueres, presidente della Conferenza del Clima delle Nazioni Unite, e Nicolas Hulot, inviato speciale di Francois Hollande.
È stata una mattinata importante, ritrovarsi con tante persone che hanno percorso migliaia di chilometri con il nostro stesso spirito. Cattolici, buddisti, musulmani, indù, ortodossi e protestanti riuniti per trasmettere un messaggio ai leader del mondo “agire insieme, agire ora per la giustizia climatica”.
Noi “pellegrini climatici” abbiamo presentato ufficialmente una petizione firmata da 1.780.528 cittadini del mondo a Christiana Figueres e Nicolas Hulot. Il cardinale brasiliano Cláudio Hummes, ha consegnato il documento dicendo: “Portiamo la voce di centinaia di migliaia di persone mobilitate in solidarietà. Per loro conto, chiediamo una drastica riduzione delle emissioni di carbonio, soprattutto dei paesi più ricchi, per aiutare i poveri a far fronte ai cambiamenti climatici. Il tempo sta per scadere. Pregate e agite per la giustizia climatica”
Christiana Figueres ha preso la parola commossa ed ha ringraziato coloro che agiscono per il cambiamento in modo pacifico camminando, sottolineando come ogni passo fatto da tutti noi sia importante e come nonostante le differenze, possiamo unirci come esseri umani e mostrare che siamo in grado di rispondere insieme a questa sfida del cambiamento climatico.
Nicolas Hulot ha invece sottolineato come non sia importante il credo religioso, ma “la nostra società ha bisogno di più umanità”, ed ha annunciato che Hollande avrebbe ricevuto una delegazione di pellegrini durante il summit. Infatti, abbiamo incontrato Hollande l’11 dicembre all’Eliseo con tutti i rappresentanti religiosi e i rappresentanti dei diversi pellegrinaggi arrivati a Parigi.
Durante la nostra permanenza a Parigi abbiamo intensificato, sostenuto e partecipato alla campagna #fastfortheclimate assieme alle comunità delle principali religioni e alle reti di ONG, per chiedere di agire per la giustizia climatica.
Lunedì 30 si sono aperti ufficialmente i lavori di COP21, e noi pellegrini abbiamo cercando di seguire le varie attività di approfondimento e di pressione, affinché si raggiungessero veramente accordi equi e vincolati per la giustizia climatica, e ci fosse la consapevolezza che non c’è più tempo da perdere. La nostra madre terra deve essere custodita e noi famiglia umana dobbiamo avere una visione di ecologia integrale che metta in interconnessione il nostro agire a livello locale e globale, intergenerazionale, e tra tematiche, con spirito di giustizia sociale ed ambientale.
Abbiamo seguito i lavori di negoziazione dei 196 paesi che partecipavano alla COP 21. Sono stati giorni di grande tensione tra i vari negoziatori rappresentanti dei diversi paesi. Per giorni la discussione si è concentrata sulle responsabilità e non sulle motivazioni e soluzioni per rallentare il cambiamento climatico, dividendo ancora una volta i paesi del mondo in due blocchi. Da un lato i paesi ricchi chiedono ai paesi in via di sviluppo di non deforestare e di non usare i combustibili fossili; dall’altra i paesi in via di sviluppo ricordano che loro non sono i responsabili del cambiamento climatico e che gli impegni finanziari presi alla COP di Copenaghen non sono stati mantenuti.
Venivano offerti soldi per la protezione delle foreste e per l’acquisto di quote di CO2, e non si affrontavano i veri problemi come il bloccare o contingentare l’estrazione dei combustibili fossili, oppure le false soluzioni come l’agricoltura climatica intelligente guidata dalle grandi imprese che marginalizzano ed escludono i piccoli contadini.Tutto ciò senza affrontare con spirito di solidarietà e condivisione i veri problemi e responsabilità del cambiamento climatico.
Oltre ai lavori istituzionali abbiamo partecipato alle tante e varie attività e manifestazioni che la società civile aveva organizzato in concomitanza. Tanti gli incontri di approfondimento realizzati nella Città Globale Alternativa a Montreuil o nello spazio ZAC (Zona d’Azione Clima), tutti importanti per costruire una movimento globale che possa diffondere la consapevolezza che il cambiamento climatico è una questione globale che deve essere affrontata a partire da azioni locali e personali. Dobbiamo costituire una massa critica che avrà la forza di cambiare radicalmente i nostri modelli economici e sociali individualistici ed egoistici a favore di modelli solidali e creativi che rispettino l’ambiente.
Come già sapete i lavori di COP 21 si sono conclusi il 12 dicembre con la condivisione da parte di tutti i paesi presenti di un accordo per il quale rimandiamo le nostre riflessioni al documento che trovate al seguente link. Certo un accordo è meglio di nessun accordo, e nel caso del cambiamento climatico è stato indispensabile raggiungerlo, ma sono diverse le questioni che ancora rimangono da risolvere in un mondo ancora molto chiuso in forti nazionalismi, e ben poco solidale con le popolazioni più vulnerabili e povere.
Nelle stesse ore in cui si chiudevano le trattative istituzionali, eravamo in strada con migliaia di persone della società civile per chiedere sino alla fine, a gran voce, che le problematiche del cambiamento climatico fossero evidenziate nel documento assieme alla tutela dei diritti umani e delle popolazioni più vulnerabili, ad agire ora e subito, e affrontate con degli impegni vincolanti per gli stati.
Sapevamo già che l’accordo non sarebbe stato quello in cui speravamo, eravamo e siamo consapevoli, come abbiamo più volte affermato, che Parigi deve rappresentare solo una tappa importante per il nostro continuo camminare, un punto di svolta per una maggiore responsabilità di noi tutti, nelle nostre comunità, per un cambiamento indispensabile del nostro sistema economico e sociale. Il nostro impegno non si ferma, anzi gli incontri avuti, durante tutto il pellegrinaggio e nella permanenza a Parigi, con comunità e persone, ci hanno dato ancor più la forza e la convinzione di credere che lo spirito porti con sé la conversione per un cambiamento radicale del nostro sistema, con una visione di cura e amore per la casa comune. È nostro dovere personale morale, non negoziabile, avere cura del creato, proteggere le risorse naturali del pianeta per proteggere allo stesso tempo il futuro dell’umanità.
Il pellegrinaggio ha terminato il suo percorso fisico da Roma a Parigi, ma non la sua missione di conversione verso un’ecologia integrale. Il nostro cammino verso un movimento di cambiamento per la giustizia sociale e ambientalea livello globale deve continuare con tenacia, determinazione e in modo virale.
Auguriamo a tutti un Natale d’Amore e un Nuovo Anno d’impegno fattivo nelle attività territoriali di solidarietà, di pace, di giustizia, di dialogo e di collaborazione per la cura delle persone e del bene comune, avendo sempre la consapevolezza che il nostro agire è interconnesso a livello locale/globale, interdisciplinare ed intergenerazionale. L’agire di ognuno di noi può fare la differenza in questa ricerca di giustizia, e la capacità di lavorare in rete tra persone, associazioni e istituzioni può dare sinergie positive per attuare il cambiamento ora. Ogni passo conta e ogni persona conta.
Grazie per il tuo impegno e ti preghiamo di condividere il nostro messaggio con tutti gli amici che abbiamo incontrato assieme a te. Ci rivediamo nel 2016!
Un abbraccio.
Nadia, Yeb, Daniela, Berenice, Sam, Alan, Sean, Albert, Desirée, Will, AG, Rodne, Patrick, Paolo, Beppe, Claudia, Sixta, Andrea, Francesca, Elvira, Marta, Giulia, Attilio, Gianfranco e tutto lo staff FOCSIV che ha seguito il pellegrinaggio “Una Terra, Una Famiglia Umana. In cammino verso Parigi”